Barbara è un’insegnante londinese ormai vicina alla pensione e poco amata dai colleghi. La sua vita solitaria trova consolazione nella gatta Porzia e nella regolare tenuta di un diario. Un giorno arriva nella scuola una giovane e attraente insegnante, Sheba, sposata con un uomo più maturo di lei e con due figli adolescenti, di cui uno affetto dalla sindrome di Down. Barbara inizialmente la critica e poi scopre la sua relazione sessuale con un allievo quindicenne. Da questo momento è consapevole di avere in pugno quella che vorrebbe fosse per lei un’amica e anche qualcosa di più. Affronta il tema della pedofilia al femminile che spesso viene poco considerata. Un uomo che ha relazioni sessuali con una minorenne viene in qualche modo considerato più “colpevole” dal senso comune rispetto alla situazione inversa. L’abuso sembra essere considerato come meno forte, forse anche perché statisticamente meno rilevato. C’è però, ed è forse ancora più interessante, la lettura di due fragilità. La prima, quella di Barbara, chiusa in un’apparentemente inviolabile fortezza di solitudine e pronta a fare del male pur di avere ciò che ritiene il proprio ‘bene’. L’altra, quella di Sheba, che sembra cercare nel rapporto sessuale con lo studente adolescente una completezza che la Natura non ha donato a suo figlio. Sarà interessante alla fine scoprire se ci sono dei vincitori o solo dei perdenti.